istruzione e rivolta

domenica 16 febbraio 2014

INVALSI, CONVEGNO NAZIONALE, EDUCARE ALLA CRITICA: QUALE VALUTAZIONE?

Il Comitato Genitori I.C. Viale Venezia Giulia ha partecipato, presso il Liceo Mamiani di Roma, al Convegno nazionale organizzato da Unicobas sul tema: EDUCARE ALLA CRITICA: QUALE VALUTAZIONE?
Dibattito sul sistema Invalsi ha visto presenti oltre al Direttore generale del Miur, anche studiosi e insegnanti di varie scuole, tra cui la nostra maestra Alessandra Fantauzzi, studenti e genitori. Il dibattito del pomeriggio è stato aperto da un intervento di Raffaele Costa, membro del nostro Comitato Genitori e di cui alleghiamo il testo.

(COMITATO GENITORI “ISTITUTO COMPRENSIVO VIALE VENEZIA GIULIA” di Roma.)

A SCUOLA E’ NATA UNA NUOVA MATERIA… : L’INVALSI
Noi genitori non siamo contrari a priori ad un sistema che permetta di testare il livello di apprendimento degli studenti italiani al fine di UTILI confronti interni ed internazionali, pur nutrendo seri dubbi sulla possibilità che si possa raggiungere oggettivamente un tale risultato. Ne siamo contrari, in linea di principio, ad un sistema che valuti il sistema scolastico italiano al fine di approntare gli opportuni miglioramenti.
Di fatto, se mi permettete la provocazione, le prove INVALSI sembra siano diventate una vera e propria nuova “materia” di studio insieme ad Italiano, Matematica, Inglese etc.. Volenti o nolenti gli insegnanti delle classi interessate dallo svolgimento delle prove “in qualche modo preparano e predispongono” gli alunni e studenti ai test INVALSI. Si vede ormai anche un fiorire di Libri dedicati alla preparazione dei test. Ecco la nuova materia con tanto di Libri, insegnanti, test e con tanto di voto finale che, per i ragazzi di terza media, fa addirittura media alla pari delle altre vere e proprie materie di studio. A noi genitori tutto ciò sembra quanto meno anomalo e di difficile comprensione nella sua vera utilità e finalità.

Il nostro primo dubbio nasce dalla consapevolezza che il punteggio raggiunto da ciascun alunno o studente nei test invalsi è in varia misura influenzato dal contesto sociale, culturale ed economico della famiglia di appartenenza ( ad esempio quando nei test si chiede se si conoscono termini o contesti più facilmente conoscibili da chi viaggia spesso ed entra in contatto con altre culture e contesti, oppure termini più familiari a chi in casa ha genitori di cultura particolarmente elevata ). Questo è un limite oggettivo dei test Invalsi così come sono oggi strutturati, il che porta a “discriminazionì” fra studenti che prescinde dalle capacità proprie e di impegno del singolo studente e quindi penalizza chi vive in situazioni più svantaggiate.
Ma la scuola non deve dare un voto a queste cose. I punteggi che si ottengono da questi test non sono, per quanto detto, paragonabili quindi tra loro e non danno, secondo noi, un risultato per cui si possa dire che una scuola funzioni meglio di un’altra o che uno studente sia più meritevole di un altro. Per giudicare uno studente l’unico strumento deve essere, non un freddo test di pochi minuti, ma IL GIUDIZIO E I VOTI DEGLI INSEGNANTI!!! Questo è ad oggi l’unico voto valido che noi genitori riconosciamo. Così devono essere giudicati gli studenti.
Intravediamo in questi test INVALSI fatti su tutti gli studenti una specie di “corpo estraneo alla scuola” che non accettiamo! Se si chiamano Test, allora che siano Test a campione su un campione rappresentativo della popolazione studentesca e non su tutti gli studenti e che non vengano assimilati di fatto ad una vera e propria materia di studio.
Altro grande dubbio nasce dall’utilità e dalle vere finalità dei Test invalsi.
A che servono???
I risultati di questi test fatti in questi ultimi anni a cosa sono serviti??
Quali conseguenze positive hanno portato alla Scuola?
Abbiamo sentito dire che servono a premiare le eccellenze. Ma eccellenze di chi? Visto che i risultati dei test sono comunque influenzati da fattori esterni alla scuola. In questo modo non si rischia di premiare, senza un esclusivo merito, le scuole ( che hanno avuto punteggi più alti) inserite in contesti socialmente, economicamente ed culturalmente più avvantaggiati? Al contrario, può capitare che non vengano date risorse ( perché hanno ottenuto bassi punteggi) a scuole che lavorano in contesti particolarmente difficili. A noi sembra che bisognerebbe, al limite fare l’esatto contrario, e cioè dare maggiori risorse alle scuole che operano in contesti più svantaggiati.
Anche il momento storico in cui sono partite le prove Invalsi non ci sembra particolarmente felice.
In anni in cui le passate politiche del Governo hanno messo in ginocchio la scuola, sia togliendo risorse economiche sia licenziando gli insegnanti ed in molte occasioni togliendo DIGNITA’ all’istituzione scolastica, noi genitori ci chiediamo:
cosa deve misurare l’INVALSI in anni così difficili per la scuola? Se la scuola è ancora viva, se è sopravvissuta a tutto ciò, oppure a stabilire se è clinicamente morta?
PRIMA RILANCIAMO LA SCUOLA E RIDIAMOLE LA DIGNITA’ CHE UN’IMPORTANTE ISTITUZIONE, QUALE ESSA E’ MERITA, E SOLO POI MISURIAMONE, CON MODALITA’ PIU’ APPOPRIATE, IL LIVELLO DI APPRENDIMENTO DEGLI STUDENTI!!!
AUSPICHIAMO, QUINDI, CHE LA SCUOLA ITALIANA PRIMA SI RISOLLEVI E POI VENGA MESSA A CONFRONTO CON QUELLA DI ALTRI PAESI, E SENZA TEMERE CONFRONTI.

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