I.C. VIA DELLA VANEZIA GIULIA
Vi vorremmo al nostro fianco.
Cari genitori,
di nuovo la scuola pubblica italiana attraversa un momento difficilissimo, sottoposta ad attacchi indiscriminati, mirati a metterne in discussione significato e valore. Già provata da duri tagli a finanziamenti, strutture, organiciè oggi aggredita da scelte politiche punitive verso la classe docente, la libertà di insegnamento e l'arricchimento dell'offerta formativa per gli alunni.
Lo scorso 12 ottobre è stato reso noto il testo del disegno di Legge di Stabilità 2013 (art. 3) in cui era contenuta, tra le altre cose, proposta di innalzare l'orario di lezione frontale per i docenti delle scuole secondarie da 18 a 24 ore settimanali e di aumentare il numero delle ore frontali di maestre e maestri.
Questa decisione, fatto gravissimo, è stata presa senza sentire le parti sociali nè le OO.SS. e ignorando quanto stabilito nel Contratto Nazionale.
Nei giorni immediatamente successivi, nelle scuole di tutta italia ci si è mobilitati contro questo ennesimo attacco (che avrebbe provocato un taglio di un ulteriore miliardo di euro e il licenziamento di oltre 30mila docenti - soprattutto precari) cercando di riportare l'attenzione sui veri e drammatici problemi della scuola e aprendo uno spazio di riflessione sul ddl 953 (ex Aprea), ora al vaglio del Senato, con il quale si mette in discussione l'esistenza di un sistema nazionale pubblico dell'istruzione . L e mozioni approvate nei colegi e nelle assemblee di centinaia di scuole (solo a Roma sono ormai 130, ma la situazione è diffusa in tutta Italia) sono molto simili tra loro in quanto alle questioni sollevate.
Davvero c'è ancora chi crede che i docenti lavorino SOLO 18 ore?
Nessuno nega che, anche nella nostra categoria (come in ogni categoria lavorativa!), si annidi qualche pigro passacarte, ma far passere l'idea che chi opera nella scuola lavori soltanto (!) 18 ore frontali è offensivo. Queste, infatti costituiscono solo una parte del nostro gravoso impegno quotidiano. Per contratto, di fatto, i docenti hanno un altro considerevolenumero di ore da svolgere nelle attività di programmazione, negli organi collegiali (consigli di classe, collegi docenti, riunioni per materie) e nei ricevimenti delle famiglie. Inoltre ognuno impiega gran parte della giornata anche nella preparazione delle lezioni, nella predisposizione e nella correzione dei compiti in classe o delle molte esercitazioni necessarie al consolidamento dei contenuti disciplinari, nell'accompagnamento, spesso fuori orario, delle classi in uscite antimeridiane o di tutta una giornata, nell'elaborazione dei (faticosi e mal retribuiti) progetti didattici finalizzati all'arricchimento dell'offerta formativa, nell'autoaggiornamento (spessissimo svolto a proprie spese!).
Quanto sopra detto è sembrato subito chiaro agli studenti e alle loro famiglie, che nella maggior parte dei casi hanno fatto proprie le rivendicazioni dei docenti ed hanno solidarizzato con le forme di lotte che si sono messe in atto nelle scuole, comprese la sospensione delle attività aggiuntive, sportelli, corsi di recupero, visite guidate, ecc.
E' bene ricordare che, nonostante su alcune decisioni il Governo sia tornato indietro, rimane comunque l'intenzione di reperire fondi, ovvero "risparmiare", sulla scuola pubblica, probabilmente intervenendo sul fondi di Istituto ossia sulle risorse che attualmente vengono utilizzate per retribuire l'impegno aggiuntivo del personale docente e Ata, fondo dal quale i sindacati vorrebbero attingere anche per garantire il riconoscimento degli scatti stipendiali.
Parametri europei?
Il governo ha più volte sostenuto che bisogna adeguarsi agli standard europei, ma i docenti degli altri paesi occidentali hanno computer e Lavagne Interattive Multimediali (LIM) in classe, uffici informatizzati dove poter lavorare dopo la didattica frontale, possono contare su strumenti e mezzi per fare le fotocopie neccessarie alla didattica. Gli insegnanti italiani spesso non hanno neppure le sedie nelle sale professori, utilizzano ancora vecchie lavagne in ardesia e gessetti e spesso pagano da sè le fotocopie! Parlare in astratto è facile, più impegnativo è, invece, affrontare le cose per come stanno e lo stato in cui versa la scuola pubblica italiana è sotto gli occhi di tutti. Rimaniamo a galla, raggiungendo talvolta risultati straordinari, grazie allo sforzo volontario di docenti, personale scolastico e genitori che credono nella missione fondamentale che alla scuola è assegnata e ne vivono le problematiche quotidiane. E mentre con tutte le nostre forze, e disperatamente, teniamo la barra a dritta, abbiamo a che fare con problemi come: le carenti condizioni di sicurezza degli edifici scolastici e il loro (a volte davvero impressionante!) stato di degrado; classi sempre più numerose; taglio alle ore di sostegno (che offendono il diritto allo studio dei quasi 200mila alunni con disabilità); mancanza di risorse per organizzare e costruire una vera politica volta all'integrazione degli alunni stranieri; mancanza di fondi e risorse per la didattica; mancanza di fondi e risorse per assicurare agli studenti adeguate condizioni igieniche; mancanza di fondi e risorse per gli arredi scolastici.
Scuola azienda?
Approvato dalla Camera ed ora al vaglio del Senato, nell'intento di riformare gli organi collegiali della scuola, il ddl 953 (ex Aprea) mette in discussione l'esistenza di un sistema nazionale pubblico dell'istruzione e, permettendo a soggetti privati di entrare a far parte degli organi collegiali, offre loro la possibilità di influenzare il Piano dell'Offerta Formativa. E' chiaro che la direzione in cui punta quel testo è quello dell'aziendalizzazione delle scuole statali, che vengono fatte funzionare esattamente come quelle private e con queste vengono messe in competizione sul mercato.
Ancora una volta è la scuola a pagare la crisi. In Italia come in Europa i debiti vengono pagati dalle fasce più deboli mentre ingenti risorse vengono dirottate sulle scuole private (223 milioni verranno assegnati dalla legge di stabilità per il 2013, quella stessa legge che prevede 180 milioni di tagli alla scuola pubblica) e su quei soggetti che sono responsabili della crisi (vedi costi della politica e delle missioni militari).
L'intento di misurare con parametri esclusivamente quantitativi e aziendali il lavoro dell'insegnante, la consuetudine di pescare nella scuola risorse che andrebbero decosamente cercate altrove, rivela oltre che un significativo disconoscimento della professionalità docente anche un decisivo disconoscimento della scuola come fondamentale presidio educativo formativo.
La scuola per noi e di più.
E' il luogo nel quale si educa, istruendo, la "persona", il cittadino di domani, consegnandogli il patrimonio culturale del passato che a sua volta sarà trasmesso al futuro. E' il luogo nel quale si vivono fondamentali esperienze di crescita e socializzazione.E' il luogo nel quale i giovani vivono il passaggio dall'infanzia/adolescenza alla vita adulta, dove gli si offrono quelle competenze indispensabili per vivere armoniosamente all'interno del proprio contesto economico e sociale.
E' il luogo, infine, nel quale si accompagna il percorso di formazione personale dei nostri bambini e ragazzi sostenendo la loro ricerca di senso e il faticoso processo di costruzione della propria personalità.
Ridurre la scuola pubblica italiana ad un parcheggio è un'offesa e un sintomo di grave miopia politica. Oggi è in gioco la dignità dell'insegnante, la civiltà del lavoro, il bene comune della scuola e il ruolo della cultura nella società.
Per le ragioni sopra addotte, partecipando ad una protesta che accomuna il nostro Territorio e l'Italia intera, gli insegnanti dell' I.C. Via della Venezia Giulia PROPONGONO di:
- Bloccare i viaggi d'istruzione di più giorni per l'intero anno scolastico.
- Utilizzare il ricevimento di mattina anche per informare i genitori sulla situazione della scuola.
- Non comunicare agli alunni ed alle famiglie la valutazione relativa ai vari elaborati prodotti dai ragazzi per tre settimane. Le maestre comunicheranno ai genitori per iscritto, sul quaderno di ciascun bambino, il motivo per cui non forniranno la valutazione relativa ai compiti svolti dagli alunni.
- Ogni Progetto, oggetto di condivisione con le famiglie durante l'assemblea per loro organizzatae in tutti gli incontri previsti, sarà corredata a note illustrative che specificheranno le ore previste e la eventuale remunerazione, in modo da far comprendere alle famiglie la qualità dell'attività proposta ed i sacrifici per portarla avanti.
- Rendere, a tal proposito, pubblici i documenti relativi al questioni economiche del nostro Istituto, mettendo in risalto quanti pochi fondi siano in nostro possesso e quanto purtroppo pesi esclusivamente sulle NOSTRE spalle gran parte di ciò che viene fornito agli alunni (fotocopie, materiale vario, dvd ecc.).
I docenti dell' "I.C. Via della Venezia Giulia"
Roma, li 26 novembre 2012
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